Prendersi cura della propria salute cardiovascolare è essenziale per ogni donna, specialmente considerando che i sintomi dell’infarto femminile possono manifestarsi in modi differenti rispetto agli uomini. Spesso, infatti, le donne sperimentano segnali meno evidenti o facilmente confondibili con altri disturbi. In questo articolo approfondiremo i sintomi specifici, i segnali di allarme e le strategie adeguate per una corretta prevenzione cardiovascolare.
I 6 principali sintomi dell'infarto femminile
Da molti studi clinici è emerso che si può sviluppare un infarto miocardico, spesso non solo giorni ma anche settimane, o addirittura mesi prima dell’evento acuto, lamentando sintomi prodromici quali senso di stanchezza, inusuale astenia, fiato corto, disturbi del sonno o ansia.
Inoltre, è stato ampiamente dimostrato che i soggetti di sesso femminile a cui viene diagnosticato un infarto miocardico, più frequentemente rispetto a quelli di sesso maschile, presentano spesso una sintomatologia «atipica», caratterizzata da dolore toracico descritto come trafittivo o urente, oppure da sintomi alternativi, come dolore interscapolare, epigastrico, isolato al collo o alla mandibola, sintomi simil-influenzali, palpitazioni, indigestione, debolezza, vertigini o affanno.
Molte donne che hanno avuto un infarto hanno confuso i sintomi prodromici attribuendoli a disturbi gastrointestinali o ansia, per questo è importante imparare a riconoscere almeno i sei più comuni nelle donne:
- Stanchezza estrema: una sensazione di fatica improvvisa e fuori dall’ordinario.
- Dolore toracico: sebbene non sempre intenso, può essere un segnale critico.
- Fiato corto: difficoltà a respirare anche a riposo o dopo aver compiuto uno sforzo minimo.
- Nausea e vertigini: sensazioni di malessere generale possono accompagnare l’infarto.
- Dolori alla schiena o alla mascella: localizzati su un lato o più diffusi.
- Sudorazione fredda: non necessariamente legata a sforzi fisici o calore ambientale.
Riconoscere la sintomatologia può fare la differenza nel prevenire complicanze gravi. Se noti uno di questi segnali, non esitare a rivolgerti a un medico il prima possibile e prenota il tuo esame.
Quando preoccuparsi per i battiti cardiaci?
La frequenza cardiaca può variare in base all’età, allo stato di salute e al livello di attività fisica. Tuttavia, è importante sapere quando i battiti del cuore possono indicare un problema.
- Battiti normali: una frequenza compresa tra i 60 e i 100 battiti al minuto è considerata normale per un adulto sano.
- Battiti bassi: una frequenza sotto i 60 bpm (bradicardia) potrebbe essere normale per atleti, ma in altri casi può indicare problemi cardiaci.
- Battiti elevati: superare i 100 bpm (tachicardia) potrebbe segnalare ansia o condizioni come l’ipertiroidismo o altre problematiche cardiache.
Gli effetti dello stress sul cuore femminile
Lo stress cronico può avere un impatto significativo sulla salute del cuore di una donna, aumentando la pressione sanguigna e favorendo complicanze cardiovascolari. Per molte infatti, lo stress quotidiano derivante da responsabilità familiari e lavorative può portare a un aumento del cortisolo, che nel lungo periodo danneggia il cuore.
Il corpo sotto tensione entra in uno stato di “allerta” costante, mantenendo una frequenza cardiaca elevata e una pressione arteriosa alta, che danneggiano le pareti dei vasi sanguigni e favoriscono la formazione di placche. Con il tempo, ciò può portare a patologie come infarto e ipertensione.
Integrare tecniche di rilassamento, come meditazione e respirazione profonda, nella propria routine, così come un’attività fisica regolare, aiuta a proteggere il cuore e a ridurre i livelli di sovraccarico. Per molte femmine, imparare a gestirlo è fondamentale per prevenire i rischi cardiaci.
La stratificazione del rischio cardiovascolare
I fattori di rischio “tradizionali” sono rappresentati da dislpidemia, diabete mellito, ipertensione arteriosa sistemica, abitudine tabagica, stress, alimentazione sregolata, obesità addominale, sedentarietà e assunzione di alcol. Alcuni di questi fattori ed in particolare il diabete, l’ipertensione e la sedentarietà, erano maggiormente rappresentati nelle donne affette da infarto che non negli uomini.
Oltre ai fattori di rischio “tradizionali” esistono inoltre dei fattori di rischio “genere specifici”. Tra questi sono compresi il parto pretermine, l’ipertensione o il diabete in gravidanza, le malattie autoimmunitarie, la sindrome dell’ovaio policistico, l’assunzione di terapia contraccettiva orale o di terapia ormonale sostitutiva e le terapie per il tumore della mammella.
Quanto incide l'ansia sul cuore?
Questa può accentuare le palpitazioni e portare a tachicardia o a sensazioni di “cuore in gola”. Inoltre, in particolari fasi della vita, come la menopausa, le fluttuazioni ormonali possono rendere il cuore più sensibile allo stress e all’agitazione.
Le donne devono prestare attenzione ai segnali di ansia e cercare di gestirla nel miglior modo possibile, in alcuni casi con un supporto medico e/o psicologico, per tutelare la propria salute cardiovascolare.
Il cuore è un bene prezioso e richiede attenzione e cura, specialmente nei casi in cui la sintomatologia può essere più subdola e poco riconoscibile. Essere informate, imparare ad ascoltare il proprio corpo e adottare pratiche preventive sono i fondamentali passi essenziali per vivere a lungo e in buone condizioni.
Perché il rischio di infarto aumenta dopo i 75 anni
L’infarto nei soggetti di sesso femminile tende a manifestarsi con maggiore frequenza dopo i 75 anni. Questo aumento del rischio con l’avanzare dell’età è legato ai cambiamenti ormonali che avvengono dopo la menopausa, periodo in cui si riduce l’effetto protettivo degli estrogeni sul sistema cardiovascolare. Essi, infatti, hanno un ruolo importante nel mantenimento della salute dei vasi sanguigni e nella regolazione dei livelli di colesterolo, e una volta diminuiti, il rischio di patologie cardiache cresce in modo significativo.
Uno studio condotto dal CNR di Roma ha analizzato questa realtà in una popolazione di lavoratori delle sedi romane delle Nazioni Unite. Il risultato ha evidenziato che, sebbene gli uomini tendano a presentare un rischio cardiovascolare più elevato già in età adulta, nelle donne tale rischio aumenta soprattutto dopo una certa età. Questo dato, però, non dovrebbe indurre le donne a trascurare la prevenzione, ma piuttosto a considerarla una misura essenziale per preservare la salute del cuore.
I dati del problema:
Qualche anno fa da un’intervista di un campione rappresentativo della popolazione italiana per comprendere la percezione maschile e femminile in relazione al rischio cardiovascolare sono emersi dati allarmanti. Il 78% delle donne non sa che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte per il sesso femminile. Le donne temono di essere più a rischio di sviluppare patologie oncologiche che non malattie cardiovascolari. Il 77% degli uomini ed il 50% delle donne pensa che il rischio di infarto sia maggiore nel sesso maschile.
Dall’ultima pubblicazione da parte dell’Eurostat dei dati relativi ai tassi di mortalità le malattie del sistema circolatorio rappresentano la prima causa di morte per le donne di età maggiore uguale a 65 anni (causandone il 27,3% dei decessi) e la seconda causa di morte per le donne di età inferiore a 65 anni (causandone il 14,9% dei decessi).
Da quando si è iniziato a parlare di medicina di genere, proprio a proposito dell’infarto miocardico, quello che è emerso è che esistono delle differenze di genere nella stratificazione del rischio, nella presentazione clinica, nel meccanismo fisiopatologico, nell’accesso alle terapie e nei risultati.
La prevenzione cardiovascolare: un passo fondamentale!
Prevenire è da sempre l’arma più efficace contro le patologie cardiovascolari. Adottare uno stile di vita sano, seguendo una dieta bilanciata e praticando esercizio fisico regolarmente, evitare il fumo di sigaretta e limitare il consumo di alcol, possono ridurre sensibilmente il rischio di sviluppare un infarto miocardico.
Per una corretta stima del profilo di rischio cardiovascolare sono sufficienti la misurazione della pressione arteriosa ed il dosaggio ematico di glicemia e colesterolemia. L’esecuzione di una visita cardiologica con un elettrocardiogramma basale possono essere sufficienti per escludere un problema cardiovascolare o programmare un approfondimento diagnostico.
Se avverti sintomi insoliti che destano preoccupazione per la tua salute, non esitare a contattare il nostro studio di specialisti. Prima di pensare che sia solo stress parlane con un medico.
Al Poliambulatorio CIMED è attivo un servizio di cardiologia ed è possibile effettuare tutti i principali esami cardiovascolari. Il nostro team ti accoglierà con professionalità e competenza, offrendoti una visita specialistica cardiovascolare approfondita ed accurata per guidarti verso il benessere del tuo cuore.
Ginecologi e Senologi a Roma: la tua salute è la nostra priorità.